Aldo Mondino

 

Aldo Mondino

"La Danse des Jarres" 1997
Aldo Mondino

Bologna, via del Pratello, gennaio 1994. Verso mezzanotte, in un locale pieno di gente con musica alta vagamente spagnoleggiante, un uomo vestito da toro e da torero allo stesso tempo, incornava i danzanti e si difendeva da loro a ritmo di musica. Si era fatto il cappello da torero con una tovaglia scura e portava una camicia con le sue iniziali annodata sulla poca pancia. Era Aldo Mondino nel pieno del suo splendore. Da lì a poco cercai il suo contatto: volevo conoscere l'uomo che aveva appena vinto alla Biennale di Venezia con il Padiglione Italia, portando dei Dervisci dalla Turchia e tele meravigliose. Mi accompagnò da lui nel Monferrato Giuseppe Pero. Fu molto gentile ad accompagnarmi. Aldo viveva in casale-museo. Anzi direi un casale-tendone, tra il piemontese e il marocchino! Come in tutte le case nobili marocchine che si rispettino, oltre a letti a baldacchino e tappeti a non finire, nel bel mezzo del salotto c'era una piscina-hammam con il pavimento simile a un tappeto persiano. Credo si possa facilmente immaginare il resto. Come non lavorare con un personaggio simile! Il problema era che faceva solo quadri a grandezza naturale o più e all'epoca io avevo solo i 2 metri per 7 della galleria di Forte dei Marmi. Temetti di tornare indietro a mani vuote. “Ma no!” – disse lui - “C'è sempre una prima volta! Ti preparerò venti piccoli disegni stupendi ... Così con i dildi che mi darai potrò pagare le spese per deumidificare la casa!” Nacque così la prima mostra con Aldo: "La danse des Jarres", a cui ne sono seguite altre, sempre emozionanti e divertenti. Nel 2005 ci ha lasciati ed io ne soffro ancora la mancanza.

 

 

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