26.09 - 02.11.2025
Giuseppe Biagi, Pietro Bologna, Raffaele Bueno, Pino Deodato, Veronica Fonzo, Patricia Fraser, Zoran Grinberg, Piero Pizzi Cannella.
Il concetto di corpo, di materia e di visione sta cambiando alla velocità della luce. Mentre pensiamo di esserci, già non ci siamo più, e quando pensiamo di non esserci, siamo presenti più che mai.
Quando siamo alla presenza di un’opera d’arte, ci proiettiamo in dimensioni tanto conosciute quanto sconosciute, comprendendo così di essere l’uno parte del tutto, in dimensioni e proporzioni diverse.
Un invito a soffermarsi con il tempo dovuto davanti alle opere degli artisti sopra citati, e ad ascoltare le nuove connessioni che si instaurano.
La pittura di Biagi è in minima parte nelle foto di Bologna, e viceversa, così come i microscopici teatri di umanità di Bueno, colmi di colori, figure, oggetti e atmosfere, si intrecciano idealmente con le terracotte di Deodato, che partecipano ai volti in cerca di verità nei bronzi della Fonzo.
Oppure, nelle teste in marmo di Grinberg, si percepisce la stessa tensione verso l’imperfezione che abita i bronzi, in parte lucidati, della Fraser.
L’opera di Pizzi Cannella, invece, unisce tutti in un unico atto d’amore.
Ma ci sarà di più: per la prima volta con la Galleria, la performer Eleonora Velka-Sai, nel giorno di inaugurazione, dalle ore 19 ci incanterà con le sue improvvisazione vocali, esprimendo con la sua voce proveniente dal profondo la “lettura” di alcune opere in mostra.
Una riflessione collettiva sull’identità, sull’alterità, sulla permanenza dell’essere e sulla sua costante trasformazione.
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